Direi che questo ormai è diventato una sorta di mantra a casa mia, un’affermazione più che una domanda, un imperativo più che un’esortazione, isomma diciamocelo: un’esclamazione! E dopo la 100ma volta che mi si riproponevano (come i peperoni) queste 4 parole, ho iniziato a pensare al perchè i miei figli fossero così convinti che io NON fossi calma.
figli
Quando sei donna e lavori, non aspetti altro che arrivi quel momento tanto atteso per tutto l’anno, in cui hai sancito, nero su bianco, quali saranno i tuoi giorni di ferie, hai sognato in quale meta esotica o di montagna trascorrerle romanticamente con la tua dolce metà, hai fantasticato su come potrai riempire le giornate di riposo con la lentezza che manca durante l’anno lavorativo e con tutti quegli interessi che durante i 12 mesi postponi proprio per quando arriverà il momento delle vacanze.
Quando sei mamma e lavori, non aspetti altro che passi quel momento tanto temuto per tutto l’anno, in cui hai dovuto sancire, nero su bianco a mò di condanna, quali saranno i tuoi giorni di ferie (e nulla è valso supplicare il datore di lavoro che ti offrivi anche gratuitamente per sopperire alle vacanze altrui), hai scartato tutte le mete esotiche o di montagna che potessero generare pericoli per la tua o altrui incolumità, hai constatato che di tempo libero non ne avresti avuto nemmeno un pizzico e quindi i tuoi interessi postposti durante tutto l’anno lavorativo sarebbero rimasti esattamente postposti.

Partenze
Situazione quotidiana: 3 figli, litigi, studio, compiti, litigi, attività, sport, risate, litigi, “Mamma”, “Mamma”, “Mamma” 1000 volte al giorno moltiplicato per tre, litigi, urla, corse, giochi, risate, litigi, brontolamenti, “E’ stata lei”, “E’ stato lui”, “Sempre la colpa a me”, litigi, a volte silenzi (ma è un segnale da non sottovalutare!!!), grida, risate…finchè si palesa il miracolo la possibilità che almeno uno di loro possa andare via di casa per (almeno) una settimana e tu non contempli minimamente l’ipotesi “Decide lei” ma solo quella “Decido io che TU CI VAI!!!!”
Ecco, così è stato per la primogenita, che sabato pomeriggio è partita (tutt’altro volontariamente) per il campo scuola.
E tu ti trovi ad avere un figlio che parte….ma la sua mancanza che resta a farti compagnia! Maledetto cuore di gelatina!!!!

Immagine presa dal sito www.play.dcsuperherogirls.com
Si dice sempre che l’esempio da dare ai nostri figli è la cosa più importante: più ancora delle parole, delle “prediche”, è l’atteggiamento che si ha come genitori e l’esempio che si trasmette con il proprio comportamento, il proprio modo di fare e di reagire alle cose.
Su questa storia dell’esempio mi sono soffermata a pensare parecchio, tanto che ho anche scritto un post (se volete potete leggere PER ESEMPIO), e devo dire che ci credo nel fatto che razzolare e predicare debbano andare a braccetto e che dire e fare non debbano essere separati dal mare.
Ma….c’è sempre un ma.

Georgica spazio giochi
Sabato 16 e domenica 17 aprile, le sponde del fiume Po nel territorio di Guastalla e Gualtieri (per chi non lo sapesse, provincia di Reggio Emilia), si sono animate di un brulicare di persone che hanno partecipato con interesse e curiosità a Georgica! Cosa sia la fiera è presto detto: è una mostra mercato di varietà tradizionali di frutti, fiori, ortaggi e sementi; una mostra di animali rurali di “bassa corte”; una mostra mercato di prodotti enogastronomici e biologici tipici e dimenticati; un festival di arte ambientale; una festa del vintage; una fiera dei vagabondaggi, dei nomadismi, dei pellegrinaggi, delle transumanze e delle navigazioni di uomini ed altro; una festa delle “singolarità territoriali”, del Po e di altre vie d’acqua. Ne stanno parlando diversi giornali locali, e anche noi abbiamo voglia di dire la nostra e di raccontarvi la nostra Georgica
Georgica è un luogo del ritorno!

Immagine tratta da Kos Og Kaos
Questo post mi è uscito come flusso di coscienza, leggendo un articolo ripubblicato di recente sul Corriere.it (leggi qui), che accredita come vera la teoria secondo la quale i genitori hanno un figlio preferito, pur non ammettendolo spesso nemmeno con se stessi. E, proprio nel momento in cui mi sono soffermata a leggere l’articolo, mi è venuta in mente la vocina e il visino di uno dei miei tre figli che, in periodi differenti della loro vita ma spesso più di una volta, mi hanno fatto la fatidica domanda:
“Mamma, ma tu a chi vuoi più bene?”
Arghhhhhhhhh!!!!!!!!!
Post parte 1