Spesso si usa la parola aspettativa, sia come sostantivo che come verbo, nella vita quotidiana come in quella professionale. Mi accorgo che nel lavoro mi capita di chiedere, in fase di selezione o di inizio di un corso di formazione, quali siano le aspettative delle persone che ho di fronte. Di solito per capire le motivazioni che giacciono sotto ad una scelta, e cosa vorrebbero trovare nella scelta fatta. Così come riflettendoci anche io stessa nutro delle aspettative, un po’ in tutti in campi della mia vita. Rimango in attesa che accada qualcosa.
Come mi è stato insegnato nella mia vita, l’etimologia dei termini aiuta a comprenderne meglio il significato e quindi anche ad utilizzarli con una certa coscienza. Quindi sono andata alla scoperta della radice etimologica della parola: dal vocabolario Treccani, l’atto, il fatto di aspettare, attesa: essere in a., stare in a., aspettare; è una posizione di attesa connessa ad una speranza. Speranza che qualcosa accada.
crescita
In casa abbiamo un adolescente. E questo si sa, perchè è materiale fecondo per i miei diversi post sul tema adolescenza, e per questo non posso che ringraziare la mia c’eraunavoltaunabambina. Solo per questo però. Perchè aggiungiamo che l’adolescente del caso è sotto esame per la licenza media e il suo bonus ringraziamenti così come è iniziato è anche già finito.
Essere mamma di un adolescente in terza media è un’esperienza non particolarmente edificante.
Anche se devo dire, a onor del vero, che pensavo peggio.

Scrivere come terapia
E mi sono fatta l’idea che il web più in generale, e bloggare nella fattispecie, possa diventare un modo per sfogarsi, per raccontarsi, per denudarsi, per dire senza sentirsi giudicate, senza “essere viste”.
Insomma che bloggare possa essere terapeutico.

liberi di vivere
All’indomani della strage di Manchester e di quella di Londra, all’indomani dell’ennesimo attacco alla libertà e alla vita, mi fermo a pensare come probabilmente sta facendo la gran parte del genere umano e il mio pensiero, assordante e muto al contempo, va a voi, miei figli. Da quando sono madre voi siete ciò che vedo davanti agli occhi della mia mente al mattino, e ciò che bacio sulla fronte prima di addormentarmi.
Voi siete LA vita, buona parte anche della mia. E penso che sicuramente non sarò mai in grado di proteggervi come vorrei e comunque sempre meno rispetto a quello che avrei potuto.
Ma quello che desidero per voi è lasciarvi liberi di vivere la vostra vita.

Sofi 7 anni
Io sono una di quelle mamme che hanno bisogno di sentirselo dire almeno mille volte e poi non sarebbe neppure sufficiente. Sono una di quelle mamme che non se ne accorgono da sole e che forse non vogliono nemmeno farlo fino in fondo. Io non le vedo per prima le cose, ho bisogno di essere guidata a spalancare gli occhi per scoprirle man mano, passo passo, non così in un botto solo, con una lacrima che scende sfrontata dagli occhi a ricordarmi che forse di questa cosa mi devo capacitare.
Perchè voi diventate grandi, ma un minimo di preavviso me lo dovete pur dare!!!! E’ il sacrosanto diritto delle mamme!!!!!
Il nostro ciclo di temi/pensieri sull’adolescenza si allunga di giorno in giorno perchè, quando ci sei dentro con tutte le scarpe, ti vengono in mente un sacco di suggestioni che possono essere di interesse anche a chi ancora deve avvicinarsi a questa fase, o la sta attraversando.
Uno degli aspetti che taglia trasversalmente tutto il periodo adolescenziale è il concetto di pazienza: intesa come pazienza da parte di noi genitori e sicuramente anche pazienza da parte dei nostri figli.
Nel primo caso sarebbe da esercitare, nel secondo è persa dall’origine e non la si porta affatto con sè.
Che poi se l’hanno fatta Santa questa pazienza, qualche merito lo devo pur avere!!!!